Poesie che ho scritto a Pavia nel periodo 1982-1984
Lunedì, ritorno dall’università
Sfuma il grigiore all’orizzonte
Lasciando un vuoto nella mia anima
Incolmabile
Dalla poesia che fluisce lenta,
ingorgo di parole,
sulle mie labbra che desiderano le tue
così lontane ma presenti
così irrangiungibili ma da poco lasciate
Consapevole del frammento di vita che ci separa
Mi avvio, lenti passi,
verso una casa buia, ostile
dove non mi attende il tuo amore
Ancora per quattro giorni
Così per quattro anni
Davide Molina
Cade lenta la pioggia
Tamburellando i ricordi sopiti
Nelle chiare giornate
Illuminate dal sole della mia infanzia
Felice, soltanto nei ricordi del passato
Quanto tempo dovrà ancora scivolare
Prima che questi giorni di dolore
Si trasfigurino in lieti ricordi di un’era
Destinata a non tornare più,
dolce come l’amore
chiara come l’innocenza
fugace come gli uccelli migratori al tramonto
Davide Molina
Cinguettii di uccelli
- sparsi –
su tetti di chiostri severi.
Lunghi silenzi
Spezzati da passi affrettati,
sonanti,
su lastre di antica pietra.
Verdeggianti giardini di tassi
Imponenti
Come gli anni che li hanno sferzati
Luminose logge
- scaldate –
dal pallido sole di Febbraio.
Azzurri cieli
In contrasto
Con il giallo colore dei portici:
L’Ateneo
Davide Molina
Noia
Vortici di suoni
Pronunziati da retori eterni
Ascoltati da assonnate assemblee,
fruscianti,
su fogli di stanca sapienza.
Implacabili raggi di sole
Feriscono la bianca luce del neon
Monotona
Come le cineree mura della classe
Implora il mio animo
Di migrare al di là dei gialli vetri
In un cielo azzurro, primaverile,
libero dalla gabbia della realtà
addormentarsi sulla spalla della fantasia
riposare in eterno
Davide Molina
Vecchi cortili di severe case
Appoggiate all’azzurro del cielo novembrino,
scintillanti,
memori degli ultimi scrosci di pioggia
dell’ormai antica procella
lampeggia di traverso ad essi
il rio
ferito dal sole mattutino
perennemente avvolto dai lunghi voli delle cornacchie
ultime padrone dei campi sonnolenti
che nel forte vento
ondulante i panni stesi
salutano l’autunnale stagione
che cede il passo ai cupi cieli invernali
Davide Molina
Ritorno alla home page